classificazioni

Classificazione funzionale
Ludwig Guttmann Per capire il concetto e le motivazione per cui sono state create le classificazioni funzionali nel basket in carrozzina, bisogna ripercorrere un po’ di storia.
Il dr. Ludwig Guttmann (1899 – 1980) (neurologo tedesco), aveva dedicato tutti i suoi studi e ricerche su pazienti midollo-lesi, considerati allora irrecuperabili.
L’interesse del dr. L. Guttmann, verso questi paralizzati, per lo più giovanissimi, fu tale da creare nella cittadina di Stoke Mandeville a 60 km da Londra, il primo centro riabilitativo per paraplegici militari, (avvalendosi di una equipe di giovani medici qualificati nelle varie specialità della medicina e di qualche tecnico di sport), con lo scopo di potenziare le risorse residue di questi disabili, proponendo metodiche innovative rivolte in modo globale allo studio ed al miglioramento del fisico e della personalità.
L’attività fisica, la competizione, il sano agonismo era per i medici di Stoke Mandeville, la strada giusta per risvegliare nel paraplegico, il desiderio a migliorarsi, confrontarsi con barriere architettoniche e psicologiche, acquistare maggiore fiducia in se stesso per reinserirsi nel contesto sociale.
A Stoke Mandeville furono create molte attività sportive. L’introduzione del basket in carrozzina (in cui le misure del campo, altezza dei canestri e regole, di gioco erano molto simili al basket giocato dai normodotati) nell’edizione del 1958 dei giochi di Stoke Mandeville, sostituì il net-ball.
Si crearono i regolamenti necessari per far svolgere con imparzialità le gare, ed un sistema di classificazioni dei giocatori, perchè, fu subito evidente cheprimi incontri l’agilità di ogni atleta fosse determinata soprattutto dall’altezza della lesione midollare ed alla situazione neurologica, in modo direttamente proporzionale: la mobilità, il controllo del tronco e di altre parti del corpo, aumentano o diminuiscono a seconda se la lesione interessa in modo completo o incompleto il midollo spinale.
Nel basket in carrozzina, durante i giochi di Stoke Mandeville erano ammessi a gareggiare, in due differenti campionati, squadre composte da paralizzati completi, disabili con lesioni midollari gravi e da paralizzati incompleti, in cui le fibre midollari avevano subito un danno parziale.
Una commissione composta da soli medici, valutava e assegnava la classificazione del giocatore, esaminando su di un lettino e testando anche con uno specillo (strumento chirurgico di acciaio o argento a forma di asta sottile usato per sondare l’interno di una ferita per conoscerne l’estensione ) le risposte agli stimoli.
Presto si capì che i due campionati, creavano un forte disagio psicologico e un’enorme discriminazione alle squadre composte da giocatori con paraplegia completa dove le gare venivano disputate con un gioco lento, meno spettacolare e poco coinvolgente, mentre in quello dei paralizzati incompleti, si praticava un gioco più veloce, divertente in cui la vitalità fisica era pari alla tecnica. Con questa considerazioni, lo sport non deve creare situazioni discriminanti, si penso nel 1966, di organizzare un solo campionato di basket in carrozzina, classificando i giocatori in tre classi, stabilendo inoltre che la somma dei cinque giocatori in campo, non doveva essere superiore ai 12 punti totali.
Questa regola costringeva ad utilizzare anche i paraplegici completi (punti bassi), i quali si sentivano gratificati perchè determinanti nelle strategie di squadra e perfettamente integrati psicologicamente.
Con l’ingresso di poliomielitici e successivamente con amputati di vario genere, verificatosi nel 1984, si è sentita la necessità di consentire a tutti i disabili di praticare il basket in carrozzina, senza discriminare quei giocatori con un handicap grave.
La classificazione funzionale, frutto di uno studio sulle varie disabilità, in cui l’equilibrio del giocatore in carrozzina è determinante per l’assegnazione del punteggio handicap dei singoli giocatori.
L’attendibilità della classificazione funzionale prevede l’osservazione obbligatoria durante almeno una gara ufficiale, in cui il giocatore è costretto ad esprimersi al massimo delle sue potenzialità senza barare.
Gli scopi di questa classificazione sono sostanzialmente due: 1) Ricerca obbiettiva affinché le due squadre, composte da disabili di vario genere, gareggino in condizioni di parità (come potenziale fisico), nei quintetti che si alternano in campo durante la gara. 2) Valutazione del potenziale motorio di ogni giocatore, nell’esecuzione della gestualità che si esprime nei fondamentali individuali, con o senza palla, controllo del mezzo, esecuzione delle spinte, arresti, cambi di direzione, di velocità, cambi di senso, palleggio, passaggio, tiro rimbalzo, controllo della palla ecc..
Nell’assegnare il punteggio handicap, non si tiene conto delle abilità tecniche, frutto dell’esperienza, si valuta invece, la potenzialità fisica del giocatore, determinata da parametri di una scala base medica e funzionale, valutandone l’equilibrio, e principalmente in riferimento ad esso si tengono conto di:
valutazione della natura della lesione: paraplegico, livello di altezza della lesione midollare; amputato, livello dell’altezza della amputazione; analisi della seduta sulla carrozzina: altezza dello schienale; inclinazione del sedile; supporti e altri accorgimenti; valutazione dei volumi di azione: ampiezza dei movimenti nei vari piani (orizzontale, sagittale e frontale), tenendo la palla con due mani.
Concorrono poi a determinare il giudizio finale:
valutazione di test funzionali: studiati per valutare le abilità motorie che segnano il discriminante tra una classe e la successiva (test del palleggio contro laterale per l’attribuzione della classe 1);
verifica in una di situazione di gioco: valutazione delle capacità legate: al controllo del mezzo al maneggio della palla (tiri, passaggi e palleggi)
valutazione dell’incidenza sul volume d’azione di ausili atti a migliorare il potenziale motorio del giocatore in carrozzina: cinghie, fasce; protesi o altri apparecchi ortesici.
valutazione dell’incidenza sul potenziale d’azione di handicap aggiuntivi esempio braccia, mani ecc..
La valutazione degli elementi che influiscono sul potenziale d’azione può portare all’attribuzione ad una classe superiore o inferiore a seconda se l’elemento in questione è causa di vantaggio o di limitazione.
Al giocatore preso in esame viene quindi assegnato una delle quattro classi, 1 – 2 – 3 – 4 o in quelle tre intermedie 1.5 – 2.5 – 3.5, per classificazioni più difficili da stabilire, dove i giocatori, per migliorare ed equilibrio si avvalgono di ogni tipo di ausilio.
Con il punteggio di 4.5, vengono classificati tutti quei giocatori di classe 4, le cui potenzialità sono evidenti: amputati di una sola parte di gamba, polio con muscoli, glutei ed adduttori delle cosce, validi.
Con l’introduzione della classe 4.5, si è ritenuto opportuno elevare a 14.0 il punteggio totale di squadra, valido solo per le gare mondiali (dove giocano le nazionali) mentre per i Campionati europei e nazionali (dove giocano le squadre di club) il punteggio totale è fissato a 14.5.