cenni storici

 

Il basket in carrozzina

Il basket in carrozzina offre al disabile, grosse possibilità di esprimersi a livelli tecnici elevati, quasi simili ai giocatori in piedi; ciò rappresenta una molla psicologica di notevole importanza per il recupero psico-fisico del soggetto che non si sente “diverso”. Altre peculiarità della pallacanestro in carrozzina sono quelle tipiche dei giochi di squadra: esaltazione del lavoro in collettivo pur nel rispetto dell’individualità, dell’altruismo, dell’abnegazione e del rispetto reciproco.

Per poter raggiungere un accettabile livello tecnico, un giocatore deve conseguire innanzitutto una buona condizione fisica, necessaria per meglio controllare la carrozzina durante quegli automatismi che il gioco richiede: cambi di direzione, cambi di velocità, arresti, giri su quattro e due ruote.

Diventare padroni della carrozzina e del pallone, significa aver affinato, attraverso un lavoro metodico, le sensibilità psicomotorie del tronco, delle braccia, delle dita, aggiungendo la coordinazione necessaria per realizzare ed effettuare, nello sport, un canestro da una distanza da sei o sette metri o un tiro in corsa a grande velocità e nella vita per potersi muovere e destreggiare in ogni situazione.

Le strutture tecniche per il gioco, il campo di gioco e le sue dimensioni, l’altezza dei canestri e quasi tutte le regole sono uguali alla pallacanestro in piedi.
Un disabile in carrozzina può raggiungere gli stessi automatismi nei fondamentali individuali e di squadra di un giocare in piedi, le stesse esecuzioni e le medesime percentuali di realizzazione nei tiri.
La grossa difficoltà da superare è rappresentata dal mezzo meccanico che deve diventare uno strumento vantaggioso e non solo un peso da far traslocare per il campo. La preparazione specifica consiste nell’insegnare al giocatore come gestire il mezzo e come servirsene in modo da creare tutte quelle situazioni vantaggiose (blocchi e veli) che gli permetteranno di realizzare un canestro.

L’obiettivo a cui mira ogni allenatore è l’acquisizione da parte dei giocatori di tutti gli automatismi atti a realizzare la migliore confidenza con il mezzo meccanico e velocizzare al massimo tutte le azioni di gioco; con la ricerca costante dell’equilibrio ottimale e della tempestività nella scelta delle soluzioni più opportune.

Possono giocare a pallacanestro in carrozzina tutti i disabili che a seguito di un evento invalidante causato da traumi (esempio paraplegici ed amputati), da virus (esempio poliomelitici) da cause congenite (particolari malformazioni del rachide) non hanno la possibilità di praticare il basket per normodotati.